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28/11/2013

Tutti uguali o tutti diversi?

E poi ci sono quelle mattine in cui ti svegli solo a metà, caracolli arricciata rimbalzando da un mobile all'altro incapace di mantenere una traiettoria, tenace raggiungi la tazza di caffè caldo e approdi, finalmente, alle candide spiagge della giornata appena iniziata.
Hai gli occhi ancora chiusi e le idee che si stiracchiano, quando senti il portone che si apre e il vociare di quelli che sono già svegli, beati loro, e che stanno rientrando dalle prime incombenze mattutine.
Argomento del vociare: è giusto che gli omosessuali possano sposarsi in chiesa?
A quest'ora? Sono solo le 8:42...

Ah, la panditudine!
Sì, perché non ce la fai a resistere, combatti contro un così repentino risveglio della coscienza, tieni gli occhi rigorosamente chiusi e il naso infilato nella tazza di caffè, ma niente da fare.
Devi dire la tua, devi partecipare alla discussione, devi svegliarti insomma! Sei o non sei un panda?

E ti svegli. In pigiama apri la porta di casa, ti siedi sulle scale e intervieni.
Poi, più saggiamente, inviti la vicina a prendere un caffè su da te, al caldo.

La discussione è di quelle di cui altri, ben più autorevoli, personaggi hanno già lungamente trattato assai meglio di me e da pulpiti più idonei. Dunque non voglio parlare dei diritti dei gay.
Vorrei piuttosto parlare di come educare i nostri figli perché in futuro non ci debbano essere argomenti come "i diritti dei gay" (o di qualunque altra "categoria" i cui diritti non vengano naturalmente riconosciuti, ammesso che essere gay voglia dire far parte di una categoria).

La mia posizione: siamo tutti uguali.
L'altra posizione: siamo tutti diversi.
(Poi c'è la posizione di F: voi siete tutti uguali, io sono diverso, umani che non siete altro. Ma questo è altro tema.) 

Sviluppo della mia posizione: essendo tutti uguali ne consegue in maniera logica e naturale che abbiamo tutti gli stessi diritti (d'altra parte, nessuno è logico come Madre Natura sa essere).
Sviluppo dell'altra posizione: siamo tutti diversi ed è bene accettare la diversità e garantire a tutti uguali diritti.

La vedete anche voi la trappola?

Partiamo dall'inizio.

Mi confronto con una persona credente, appartenente alla Chiesa protestante (apprendo che il temine è quantomai generico, ma tant'è), che sostiene che non sia giusto che gli omosessuali vogliano sposarsi secondo un rito creato per l'unione tra uomini e donne, argomentando che se questo fosse accettabile, Dio avrebbe dato loro la possibilità di procreare. Dunque la giustissima richiesta di potersi sposare in chiesa deve trovare un altro rito, o un rito altro che dir si voglia, cioè un rito che non preveda nella sua essenza la procreazione. Nessun ostacolo al matrimonio religioso tra omosessuali, dunque, ma deve essere un altro tipo di matrimonio, o un matrimonio regolato diversamente.

La posizione espressa, lungi dall'essere intollerante, è molto rigorosa, si riferisce alla legge della chiesa in maniera inflessibile e perentoria. Invita con sincerità alla lotta per l'ottenimento di un rito religioso ad hoc e considera come non dignitoso il voler a tutti i costi imitare e fare proprio un rito creato per altri. Il pensiero si conclude con l'osservazione che volere includere tutti (nel senso più stretto e letterale del termine) in una pratica, è in realtà discriminante per coloro i quali a quella pratica aderiscono con fede. Riassumendo in breve: nell'ambito della fede, tutte le coppie formate da un uomo e una donna che si riconoscono nei principi del matrimonio religioso così come è regolato dalle leggi della Chiesa, sentirebbero violata la loro fede se la Chiesa decidesse di aprire a qualunque altro tipo di coppia la possibilità di sposarsi secondo quel preciso rito.

Non c'è critica, non c'è intolleranza. Ma c'è forte il principio della diversità. Siamo tutti diversi, dunque pur avendo gli stessi diritti, questi devono esprimersi in maniera adeguata per ognuno.

Interessante punto di vista.

All'epoca delle vicende Barilla, mi capitò di avere una rivelazione. All'inizio e istintivamente la mia posizione era un po' semplicistica "Ma cavoli che esagerazione, Barilla dichiara che la sua azienda aderisce ai valori cattolici per quanto concerne la formazione di una famiglia. Questo non fa di lui un omofobo."
Poi, leggendo in merito quanti più articoli ho potuto, ne ho trovato uno molto interessante di una giornalista omosessuale, che ha formato una famiglia con la sua compagna e hanno una figlia (il tutto ottenuto se non ricordo male con fecondazione eterologa in Spagna, ma questo è per ora irrilevante).
L'articolo poneva l'accento sui comportamenti quotidiani che, magari non consapevolmente, risultano in atti profondamente discriminatori. Non è necessario, diceva, che ci si riveli apertamente omofobi o semplicemente intolleranti per far sentire a chi è omosessuale che è diverso da chi non lo è.
In quel momento ho capito quanto sbagliato fosse il mio affrettato giudizio sulle reazioni della comunità omosessuale alle parole di Barilla. In quel momento mi è spuntata la prima macchia di panda.

Dunque dico che la soluzione non è creare un matrimonio ad hoc per accontentare gli omosessuali, perché questo pone l'accento sulla diversità.

Ed eccomi finalmente giunta al punto dove volevo arrivare.
Se io accetto il diverso, significa che concepisco il diverso. Se concepisco l'esistenza del diverso, mi pongo idealmente nella posizione in cui io sono il non-diverso. Quindi, con atto magnanimo, accetto il diverso. È una concessione del mio intelletto, sono stato così bene educato che accetto il diverso. È una tolleranza egocentrica, al centro ci sono io e intorno a me quelli uguali a me e quelli diversi da me, che IO accetto.

Eccola la trappola. Da qui nasce tutta la stortura della società, di questo strano mondo in cui l'umanità è come un bambino, ha bisogno di strade sicure, non di deviazioni. Se il messaggio è "Per essere persone socialmente corrette bisogna accettare la diversità", si dà l'implicita autorizzazione a non accettarla, l'obiezione è "Chi se ne importa di essere socialmente corretti, a me il diverso fa schifo e basta. Voglio solo quelli uguali a me." È un messaggio profondo quello che si passa, non ce ne rendiamo conto, ma anche le parole nascoste agiscono inaspettatamente nella formazione dei comportamenti. Diverso non può essere applicato alla essenza di un essere umano, è diverso un uomo da una donna per quanto concerne il suo corpo e la sua funzione biologica, non sono diversi come esseri umani. La pelle di un africano è di un colore diverso dalla mia, ma la pelle non è diversa, l'umano che la indossa nemmeno.

Cambiare il punto di vista.
Siamo tutti uguali, apparteniamo tutti alla stessa umanità e c'è una grande varietà di colori, lingue, idee, sogni, pensieri, valori, aspirazioni, desideri e ideali in questa perfetta, bellissima umanità.

Se questo è quello che riusciremo a trasmettere ai nostri figli, se mai riuscissimo a farglielo entrare nelle ossa, sotto la pelle, nel cuore e nella mente, allora non ci sarebbe bisogno di difendere i diritti di nessuno, non esisterebbero i locali gay, le quote rosa, il femminicidio, i ghetti e tutto ciò che attiene al "diverso".

Per la guerra, la povertà e lo sfruttamento invece bisognerà ricorrere ad altro.

I'm a panda!
E anche mia figlia promette bene. I LOVE YOU PANDA


Panda revelation!


15 comments:

  1. La prossima volta che qualcuno ti obietta che Dio non avrebbe benedetto un matrimonio gay perché non gli ha concesso la possibilità di procreare, ricordagli tutti gli infertili sulla terra, uomini e donne eterosessuali, circa il 20% del totale--- Aria

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    1. Eh lo so, ho fatto ricerche sul tema. Ma appunto perché non volevo soffermarmi sul tema diritti dei gay, non sono riuscita a inserire tutte le cose che volevo dire... già il pezzo mi sembra lunghetto... :)
      Comunque... In realtà sia la chiesa cattolica che la chiesa protestante mettono come fine del matrimonio la procreazione (è il primo per i cattolici, uno dei per i protestanti) e il problema della infertilità è trattato dalla chiesa cattolica, mentre non ho trovato nulla sul tema nella chiesa protestante (più libera della cattolica, ammette anche il sesso per sé stesso ma non fuori dal matrimonio... poi alcune chiese appartenenti al protestantesimo ammettono il sesso tra omosessuali... c'è un po' di pastetta, meriterebbe unostudio più approfndito, ma non so se sia il mio...). cmq... la chiesa cattolica dice non solo che l'infertilità non incide sulla possibilità di sposarsi con rito cattolico (a meno che non sia nascosta e non costituisca discriminante nella scelta di sposarsi)scelta) ma dice anche che può sposarsi anche chi si discosta dai principi fondamentali del matrimonio cattolico. si dovrebbe aprire una discussione enorme! ma io non sono abbastanza competente e resto nel mio, con pandosa umiltà ;)

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    2. Si potrebbe obiettare anche, che se siamo tutti figli di Dio, se siamo creati da Dio, se siamo al mondo per volere di Dio, allora se mi ha fatto gay e cattolico credente non può essersi sbagliato, e io devo poter accedere ai sacramenti, che in quanto credente e praticante devo fare... Ma ripeto, sono argomenti alti... troppo alti

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    3. dal catechismo della chiesa cattolica: "1601 « Il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento ». Quindi la procreazione non è che uno dei fini del matrimonio e nemmeno il primo. Il primo è il bene reciproco.

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    4. ciao sconosciuto/a,
      non so se sei sempre aria o meno quindi intanto ti ringrazio per esserti preso/a la briga di fermarti qui.
      avevo letto che un tempo erano numerosi i fini principali del matrimonio cattolico, la procreazione era il primo poi ne seguivano altri, in stretto ordine gerarchico, quindi dando al primo il valore maggiore; in seguito ne vennero eliminati un po', e la gerarchizzazione venne anche ammorbidita, ma il primo e principale rimase la procreazione. quindi: a) mi stai dando una nuova notizia, tra l'altro molto interessante b) mi starebbero a cuore le tue conclusioni in merito.
      grazie mille e a presto

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  2. Argomenti altissimi e difficilissimi che dovrebbero rifarsi al concetto di religione e di chiesa (ci metta la c MAIUSCOLA chi vuole).
    Qualcuno potrebbe anche argomentare che sarebbe meglio forse un figlio gay rispetto ad uno tossico (si scateni l'inferno) .. io che preferisco i gatti, ti faccio i complimenti per la pulsione iniziale di uscire di casa e invitare la vicina per un caffè. Io appena sveglia non riesco neppure ad accendere la luce, se non dopo 2 caffè :)

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    1. ciao isolde,
      grazie per essere passata di qua.
      sono d'accordo con te, argomento assai difficile. per me è stato un pretesto, un'occasione per parlare di questa sottile differenza tra accettare il diverso e considerare tutti uguali. per parlare di diritto ecclesiastico e di modifiche alle loro leggi ci vorrebbe un esperto, che io non sono. mi sono documentata, un po', ma non abbastanza da poterne parlare con sufficiente cognizione di causa.
      per la pulsione, confesso che ero alla seconda tazza di caffè anche io, diciamo che ho concesso a me stessa una piccola licenza narrativa. :)
      torna a trovarmi, mi fa piacere

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  3. la posizione di F spacca comunque!

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  4. Che dire! i temi affrontati mi fanno riflettere moltissimo, soprattutto se penso a come educare nel miglior modo possibile le mie figlie. Io penso che l'essere umano sia unico e irripetibile, con tutti i suoi difetti, i suoi errori e i suoi limiti, anche se spesso si rende colpevole di azioni deplorevoli. Spero che la chiesa sappia cogliere i segnali di richiesta di rinnovamento e riveda alcune posizioni forse troppo rigorose che hanno provocato l'allontanamento di molte persone.
    Il tema della diversità è molto complesso: anzitutto diversità rispetto a cosa? Certo, la chiesa concepisce la famiglia come l'unione di un uomo e di una donna la cui finalità principale è quella di procreare; ed io non mi vergogno a dire che mi identifico in questa "famiglia-tipo". Penso, però, che siano tali anche le famiglie formate da coppie omosessuali che spesso educano i figli meglio delle coppie "convenzionali".
    Mi sa che mi sono dilungata troppo ed è ora che vada a dormire.
    ciao
    Angela

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    1. ciao angela,
      che piacere vederti qui!
      ti ringrazio del tuo commento, è prezioso per me sapere che quello che scrivo suscita riflessioni.
      non sarai mai troppo lunga, dimmi (e dicci) tutto quello che pensi.
      un grande abbraccio, torna presto

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  5. E' bello farsi suscitare emozioni e reazioni. Non so se era capito, ma io sono totalmente estranea alla chiesa e quindi mai e poi mai cercherei di studiare, capire, cosa pensa la chiesa della fertilità (che poi, bella cosa, cosa gli importa, unici esseri umani che non dovrebbero avere la procreazione come ultimissimo fine, eccoli qui a decretare della procreazione altrui). Se mai volessi confrontarmi con qualcuno sono gli esseri umani che invece di sentire nel loro profondo cosa è bene o male, cosa è sensato o insensato, si appellano alle definizioni religiose invece di appellarsi al diritto umano alla felicità. Sono un'anarchica delle emozioni. Vorrei potesse esistere l'autorealizzazione, partendo delle categorie più bistrattate dalla storia, donne, gay, atei, e che non ci fossero leggi che si frappongono fra noi e i nostri sogni. In fondo, del diritto al matrimonio in chiesa dei gay, non mi importa molto, anzi a volte mi chiedo come facciano ancora certe categorie disprezzate dalla chiesa a voler cercare un posto all'interno di essa. Già esistesse in Italia e nel mondo il diritto al matrimonio civile gay, e non solo, mi lancerei anche all'approvazione della bigamia etc, che non voglio pormi limiti ;) ... già basterebbe. E qui di carne al fuoco ne ho messa parecchia, non mi capita spesso di trovare la vicina con cui fare questi tipi di discussione e mi sono sfogata. Grazie <3 --- Aria

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    1. dunque, da dove cominciare...
      intanto da un sorriso :)
      sono felice, come ho già detto ad angela, che quello che ho scritto "arrivi", in qualunque modo!
      sono anche io totalmente estranea alla chiesa, e la necessità di documentarmi (anche se in maniera insufficiente) mi nasce perché non vorrei scrivere cose false o semplicemente sbagliate, se si affronta un tema così difficile e scivoloso, è bene sapere un minimo di cosa si parli, no?
      ma quel che più mi preme è sottolineare che l'accento del post è sul concetto di accettazione della diversità, che io considero pericolosa e inadeguata ad educare.
      ma evidentemente ho sbilanciato il tono del post ;)
      sulle tue conslusioni "Già esistesse in Italia e nel mondo il diritto al matrimonio civile gay, e non solo, mi lancerei anche all'approvazione della bigamia etc, che non voglio pormi limiti ;) ... già basterebbe" sono così profondamente d'accordo che non riesco a dirlo meglio se non dicendo che hai centrato in pieno la panditudine, il cui raggiungimento è lo scopo ultimo di questo blog.
      mia carissima pandaria, qui troverai sempre un posto dove sfogarti, un caffè caldo e un divano su cui accomodarti e lasciare libere le parole.
      senza giudizio e senza obblighi, solo per il piacere del confronto e della chiacchiera.
      un abbraccio e <3 anche a te

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  6. lui dice "tutti uguali"
    http://youtu.be/axdRn-ai758

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  7. anche lui sembra dire "tutti uguali", e apre un tema interessantissimo:
    il diritto di intervenire.
    enjoy!
    http://libernazione.it/il-matrimonio-degli-altri/

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